In generale si assume che gli elementi strutturali in calcestruzzo autocompattante presentino una microstruttura più densa e più omogenea, che induce da un lato una minore variabilità delle proprietà meccaniche e dall’altro una durabilità superiore. Nel presente articolo vengono descritti i risultati di un esperimento sulla variabilità della resistenza a compressione del calcestruzzo SCC in travi e pilastri prefabbricati. Sono stati utilizzati due tipi di calcestruzzo SCC con misura di spandimento rispettivamente di 650 mm e 800 mm, che sono quindi stati confrontati con calcestruzzo normale vibrato avente una misura di spandimento pari a 10±1 cm. Tutti i calcestruzzi presentano valori di resistenza a compressione pari a circa 60 Mpa. Il procedimento di miscelazione, il trasporto e il getto del calcestruzzo sono stati realizzati sotto stretta osservazione. L'omogeneità del calcestruzzo è stata analizzata per l'intera lunghezza degli elementi prefabbricati realizzati in scala 1:1 (travi e pilastri) tramite determinazione della resistenza a compressione di carote. Inoltre, tramite un'analisi visiva delle superfici segate è stata determinata la segregazione degli aggregati grossolani all’interno del calcestruzzo. Gli esperimenti hanno evidenziato che la resistenza a compressione del calcestruzzo SCC dei pilastri varia con minore intensità rispetto a quella del calcestruzzo vibrato. La massima differenza della resistenza a compressione media nei pilastri ha raggiunto il 13,3% per il calcestruzzo SCC con una misura di spandimento di 650 mm, il 12,3% per il calcestruzzo SCC con una misura di spandimento di 800 mm e il 22,5% per il calcestruzzo normale vibrato. Nelle travi viceversa il calcestruzzo normale ha evidenziato una variabilità inferiore a quella del calcestruzzo SCC.
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